La città dalle cento chiese
“Quante
campane c’erano a Modica allora? Per nozze, battesimi, compiete, angelus, ma
soprattutto per funerali, quanto si moriva a Modica, si sentiva ogni mezz’ora,
senza che nessuno riuscisse a turbarsene, scoppiare come un tuono nell’aria,
l’argentino, incoraggiante din-don della morte (….). Erano più o meno cento le
chiese di Modica e altrettanti i campanili da San Pietro a San Giuseppe, al
Gesù, cento chiese, ognuna col suo alito di devote impastato nella calce come
si attacca a una tuta l’odore di un sudore operaio. Chiese d’un bel barocco
carnale, con tonde diritte colonne, chiese con cupole, cupolette che, se ai
miei amici ricordavano le forme di mostarda calda nelle crete di Caltagirone,
in me sobillavano un’altra, più commovente similitudine: i luminosi seni di
lei, dietro i bottoni del corpetto allacciato solo a metà…"
Gesualdo
Bufalino - Argo il cieco
Modica - Centro storico |
Per visitare la città di Modica è necessaria una
sostanziosa colazione... Quale luogo più adatto se non la "Pasticceria Di
Lorenzo" che dal 1975 offre i migliori dolci della zona? Una fresca
granita di gelsi accompagnata da una brioche è la carica necessaria per
affrontare la prima parte della giornata!
Proseguendo da lì verso il centro è possibile
ammirare le due più famose chiese, riconosciute dall'UNESCO come Patrimonio Mondiale
dell'Umanità, ovvero il Duomo di San Giorgio, patrono della parte alta della
città, la chiesa di S. Pietro e quella di san Nicolò inferiore.
Duomo
di San Giorgio
Il duomo, monumentale esempio dell'arte barocca
siciliana risalente all'Alto Medioevo, sarebbe poi stato distrutto dagli Arabi,
durante un loro attacco, nell’ 845.
Fu ricostruito nel dodicesimo secolo grazie a Ruggero il "Normanno".
Fu ricostruito nel dodicesimo secolo grazie a Ruggero il "Normanno".
Negli anni successivi i terremoti del 1613 e del
1693 colpirono l'intera fascia sud-est della Sicilia, la Val di Noto.
La maestosa ricostruzione fu affidata al celebre architetto siracusano Rosario Gagliardi, già autore del San Giorgio in Ragusa. Dal 1738 è una chiesa a "cinque navate" ospitante gli affreschi degli "eventi del Vangelo e della vita di S. Giorgio", realizzato da Girolamo Aliprandi nel 1513, conosciuto come il Raffaello di Sicilia.
Degni di nota sono infine la "meridiana pavimentale", il "tesoro" della chiesa contenente la "Santa Arca", con le reliquie del Santo e l’imponente scalinata, unica in tutta la sicilia, di 250 scalini, realizzata nel 1818 dal Gesuita Francesco di Mauro
La maestosa ricostruzione fu affidata al celebre architetto siracusano Rosario Gagliardi, già autore del San Giorgio in Ragusa. Dal 1738 è una chiesa a "cinque navate" ospitante gli affreschi degli "eventi del Vangelo e della vita di S. Giorgio", realizzato da Girolamo Aliprandi nel 1513, conosciuto come il Raffaello di Sicilia.
Degni di nota sono infine la "meridiana pavimentale", il "tesoro" della chiesa contenente la "Santa Arca", con le reliquie del Santo e l’imponente scalinata, unica in tutta la sicilia, di 250 scalini, realizzata nel 1818 dal Gesuita Francesco di Mauro
Chiesa
di S.Pietro
Sempre
sul Corso, nel cuore della città bassa, si
erge la chiesa di San Pietro (1300),
patrono di Modica Bassa, ricostruita in
seguito al celebre terremoto del 1683 ed oggi considerata al pari di
San Giorgio. Dell’edificio seicentesco rimane, all’interno, la Cappella
dell’Immacolata, attualmente sacrestia, dove è ancora leggibile la data 1620. Preceduta
da una elegante scalinata con statue dei dodici apostoli, la chiesa si sviluppa
sulle fondamenta della precedente seicentesca. Si tratta di una struttura
basilicale a tre navate, sostenuta da colonne con capitelli corinzi. La navata centrale è decorata con scene
dell'Antico Testamento, nelle laterali si possono ammirare opere quali la
"Madonna di Trapani" di Pisano o il policromo "San Pietro e "il
paralitico", di Paolo Civiletti. Si tratta di un vero e proprio gioiello
siciliano: a partire dalla facciata con una superficie piana resa elegante
dalle lesene diamantate del primo ordine alla minuta decorazione del finestrone
centrale, dalle volute di raccordo a motivi floreali alle statue nella cuspide,
dal maestoso organo agli stucchi ottocenteschi; l’abside è resa monumentale
dalle colonne binate con una impaginazione ancora seicentesca nel disegno, dall’urna
reliquiaria in argento datata 1643 alla scultura lignea policroma
dell’Immacolata…una tappa imperdibile per coloro che attraversano la via
principale della città bassa.
Chiesa
di san Nicolò inferiore
A fianco alla chiesa di San Pietro e alla
scalinata che conduce verso il Castello, un anonimo ingresso dà l’accesso a un
vero e proprio gioiello di architettura rupestre: la piccola chiesa di San
Nicolò inferiore, affacciata sulla piazzetta Grimaldi e scoperta casualmente
nel 1987.
Si tratta della costruzione più antica di Modica,
un reperto tardo-bizantino databile intorno all’XI come testimoniano le icone
absidali. All’interno, la rappresentazione della Mater Domini di Modica, la
meglio conservata tra tutte quelle note,
è una manifestazione pittorica lampante dell’epoca tardo-normanna e
sveva. Questa rappresentazione dimostra, inoltre, la persistenza iconografica
del tipo di tradizione bizantina fino al ‘400 e oltre. Lavori di scavo hanno
inoltre portato alla luce, a livello del pavimento, una serie di tombe ancora
in gran parte inesplorate, l’esempio meglio conservato di un’architettura
rupestre di origine bizantina che ha impegnato per secoli la Sicilia.
Affresco della chiesetta rupestre di San Nicolò inferiore |
Chiesa
del carmine
Un’altra chiesa degna di nota è la Chiesa del
Carmine con annesso il convento. Della struttura originale, risalente al XVI
sec., non resta che il portale gotico. All’interno, nell’unica navata, è
possibile ammirare i dipinti ed un altare
ligneo scolpito con stucchi.
Catello dei Conti
Si prosegue visitando
l’antico Castello dei Conti con il ponte levatoio. Situato su uno sperone, a punta triangolare di due
depressioni terrestri, il castello è il risultato di una stratificazione di
insediamenti e strutture che si sono succeduti nel corso dei secoli.
Un sito di grande importanza archeologica, con una splendida vista sulla città.
La giornata si conclude
con una cena presso "L'Osteria dei sapori perduti", in pieno centro storico, quasi di
fronte al Teatro Garibaldi, in uno dei più antichi palazzi nobiliari della
Contea.
Teatro
Garibaldi
Per gli appassionati di musica, propongo inoltre un'ultima tappa: il teatro Garibaldi. Si tratta di un piccolo teatro che risale al 19 °
secolo, un luogo rappresentativo della identità culturale e artistica.
Teatro Garibaldi |
Per digerire la cena sicuramente abbondante, consiglio una passeggiata sul Corso per ammirare le numerosissime chiese e i palazzi by
night.
Nessun commento:
Posta un commento